Anche nelle università italiane il mio lavoro didattico con la Cultura Hip Hop sta iniziando a suscitare un interesse sempre maggiore! Sono felice di annunciare che giovedì 3 aprile condurrò una lezione all’ università di Parma all’interno del seminario: Lezioni aperte di sociologia – “Di fronte alla diseguaglianza globale che aumenta”.
«Con Amir Issaa, rapper, scrittore ed educatore. Introducono Veronica Marchio e Chiara Scivoletto. Un viaggio nella cultura Hip Hop come strumento di inclusione sociale con uno dei protagonisti della scena Rap italiana, impegnato a trasformare parole e rime in veicoli di consapevolezza contro le discriminazioni.»
Ore 9:30 Aula Filosofi – Via università 12 (Parma)
Ringrazio Alice Politi per questa nuova intervista che potete leggere sul sito di Vanity Fair. Abbiamo parlato del libro Rap in Classe, edito da Erickson, e del mio lavoro da educatore.
«Il Rap può essere uno strumento educativo? Può sensibilizzare gli adolescenti su temi importanti, dare loro un mezzo per esprimere il disagio, essere megafono per raccontare malessere ed emarginazione sociale, diventare un veicolo di storie che altrimenti rimarrebbero inascoltate? La risposta è sì, può farlo. Lo sta dimostrando Amir Issaa, 46 anni, che attraverso la musica Rap ha trasformato la sua vita fino a diventare oggi un educatore che porta nelle classi della scuola primaria e secondaria la storia vera e tutto il potenziale di questo controverso genere musicale.
A sostenere la sua «missione» c’è anche una storica casa editrice come Erickson, fra le più attente alle esigenze delle nuove generazioni e ai percorsi didattici più innovativi, con cui Amir ha pubblicato Rap in Classe, piccolo e prezioso manuale per la scuola secondaria in cui ha raccolto un’introduzione alla storia del Rap – incluso il suo rapporto con la cultura Hip Hop e il ruolo che svolge nelle battaglie per i diritti civili – una riflessione sul linguaggio utilizzato e vari laboratori con attività da proporre nelle classi per usare questo genere come forma narrativa.»
Avrei sempre voluto realizzare un cortometraggio musicale e alla fine ci sono riuscito! In quest’opera ho selezionato tre brani del nuovo album La prossima volta il fuoco che trattano il tema della razzializzazione, declinato sotto diversi aspetti. Il filo narrativo segue la storia di Slimane e Babacar, due adolescenti italiani di seconda generazione che grazie ad un incontro con un educatore che usa il Rap come strumento didattico, si avvicineranno con curiosità alla cultura Hip Hop e al mondo che le ruota attorno. C’è tanto altro all’interno della storia che vorrei raccontarvi qui, ma l’invito è quello di prendervi dodici minuti di tempo per andare su YouTube e immergervi nella mia visione.
Ringrazio ancora Studio Rec, Alvin Osei, Sebastian Aìmì, l’assessora alle politiche educative di Reggio Emilia Marwa Mahmoud, la cooperativa sociale Giro Del Cielo, la classe terza B dell’ Istituto scolastico S.Pertini, casa di quartiere L. Spallanzani. Soundtrack: Luzi, Sinner The Sickest. Mixaggio e mastering: Paolo “Ceasar” Catoni.
La prossima volta il fuoco è il titolo del nuovo album di Amir Issaa, un progetto di
nove tracce disponibile da venerdì 21
febbraio in streaming su tutte le piattaforme digitali, nonché in vinile 33 giri. Il titolo è chiaramente ispirato dall’omonimo libro dello scrittore afroamericano James Baldwin, fedele cronista
della condizione dei neri d’America negli anni a
cavallo dell’abolizione dell’apartheid e convinto fautore di una politica di
integrazione razziale. In questo senso, l’uscita dell’album durante il Black History Month non è casuale.
Al di là delle chiare influenze statunitensi, quest’opera di Amir vuole essere un grido di protesta e di rabbia legata ai temi caldissimi della profilazione razziale e delle discriminazioni nella società italiana contemporanea, dalla piaga del caporalato (sono presenti chiari riferimenti a Jerry Masslo e Satnam Singh), al nuovo fermento sociale dei maranza, alla vita quotidiana degli italiani di seconda generazione, fatta ancora oggi di incomprensioni e discriminazioni quotidiane, non ultimo il tema della legge sulla cittadinanza che non trova rinnovamento. Tutti questi temi emergono in maniera particolare nei tre brani più di denuncia dell’album: La prossima volta il fuoco, Nuovi schiavi e So fare solo questo, canzoni prodotte rispettivamente da Sinner The Sickest e da Luzee, due giovani e talentuosi produttori di stanza a Bologna. Queste canzoni raccontano tre storie differenti, ma tutte emblematiche della condizione delle persone razzializzate in Italia: per questo motivo costituiscono la colonna sonora del cortometraggio “La prossima volta il fuoco”, un progetto visuale di undici minuti firmato da Studio Rec e disponibile a breve su Youtube in cui i brani sono inseriti dentro un’unica cornice narrativa che fa da fil rouge ed evidenzia il messaggio comune di questi pezzi, ovvero l’antirazzismo e il desiderio di giustizia sociale.
Gli appassionati dell’Hip Hop più classico non resteranno, però, a bocca asciutta: nel disco sono presenti, infatti, ben cinque brani, dei veri banger (Benvenuto al mondo, Boom Bap, Kris Parker, Nel nome del figlio e Cresciuto nella giungla)prodotti da Ice One, una figura leggendaria della scena italiana che ha saputo stendere sotto alle barre street conscious di Amir un tappeto sonoro potente che non lascia tregua.
Infine, l’ultima chicca dell’album: oltre ai pezzi di denuncia è presente anche un tema molto più intimo e personale, totalmente inedito rispetto alla classica poetica di Amir: la salute mentale, raccontato nel brano di chiusura Rap Therapy. Qui il rapper si mette a nudo raccontando rima dopo rima gli alti e bassi di chi si trova a dover combattere con problemi di ansia e depressione, ma riesce a trovare nella scrittura e nell’arte una via d’uscita per ritrovare la luce. La base è firmata da Qael, un produttore con cui aveva già collaborato nell’Ep New Balance rilasciato recentemente. L’immagine in copertina è uno scatto del fotografo romano Eddie Cortesi e il mixaggio e il mastering sono stati curati da Paolo “Ceasar” Catoni nello studio Ceasars Palace 3.0 a Los Angeles.Il disco è pubblicato dalla label indipendente Hasib Records, fondata da Amir stesso, e inaugura un nuovo capitolo nella carriera dell’artista. La versione dell’album in vinile è stata realizzata in collaborazione con Underground Roughness ed è già disponibile in preorder.
Se da ragazzino mi avessero detto che un giorno sarebbe esistito un libro di scuola che parla di Rap, Trap, Drill e cultura Hip Hop, che cita artisti come i Sangue Misto, i Public Enemy e Queen Latifah, che contiene i giochi di parole di Fabri Fibra, il Rap in dialetto de La Famiglia, il riocontra o le tecniche di freestyle raccontate da un campione nazionale di battle, che è corredato da materiali multimediali di cui addirittura un podcast, ecco, non ci avrei creduto. E invece, sta succedendo: con una certa emozione, vi annuncio che dal 24 gennaio in tutte le librerie uscirà “Rap in classe”, il primo manuale scolastico in Italia che insegna le radici da cui è nata la cultura Hip Hop, i valori su cui si basa, le principali tecniche per fare Rap unite a una serie di proposte di attività ed esercizi pratici per inserire questo genere musicale nell’insegnamento delle più varie materie scolastiche, dall’italiano alle scienze, dalla storia alla matematica.
Il libro, rivolto a tutti i docenti della scuola secondaria, così come ai non esperti di educazione – dal grande appassionato di rap al semplice curioso che vuole capirci qualcosa in più di questo vasto mondo di parole a tempo – è pubblicato dalla casa editrice più importante della manualistica scolastica italiana: Erickson. Una garanzia di qualità. Li ringrazio ancora per questa splendida opportunità.
All’interno troverete testi scritti da Leva57 e Chiasmo, che hanno alzato ulteriormente il livello del libro con i loro contributi. Ringrazio anche Gaia Roncarelli per l’editing dei miei testi, Deemo per aver concesso l’utilizzo della copertina di SXM e We Run The Streets per le foto delle loro opere.
Oggi farò una lezione online con student* che frequentano il corso di lingua e cultura italiana a Umass Amherst. Parlerò di Rap e Cultura Hip Hop come strumenti educativi, e di identità multiculturale legata la cambiamento generazionale in Italia. Ringrazio la professoressa Melina Masterson per l’invito.
«We are hosting Amir Issaa for a virtual guest lecture! Amir is a celebrated italian hip hop artist, and is passionate about using his music for education.»
New Balance: già dal titolo, il nuovo EP di Amir Issaa, in uscita venerdì 25 ottobre su tutte le piattaforme digitali, dichiara i propri intenti. Si tratta del risultato di un percorso che l’artista ha intrapreso negli ultimi due anni, alla ricerca di nuovi equilibri e orizzonti. La prima scintilla di questa evoluzione personale e artistica è di certo il trasferimento di Amir da Roma a Bologna, dove incontra Qael, talentuoso artista poliedrico di origine molisana che ha firmato tutte le basi del disco.
Per l’autore di Questa è Roma e Scialla!, una delle voci storiche del rap capitolino degli anni Novanta, lasciare la Città Eterna e allontanarsi dai propri affetti non è stato facile né scontato, eppure Amir è riuscito a immortalare sul beat le proprie emozioni dando vita a quattro canzoni che arricchite da un intro e un outro strumentali, compongono questo EP che festeggia il cambiamento. Le atmosfere create da Qael non hanno nulla da invidiare alla scuola internazionale del cosiddetto future boom bap e fanno da perfetto contraltare alle rime di Amir in pieno stile street conscious: così, un brano dopo l’altro si alternano momenti autocelebrativi, come nel brano “Sono un campione”, dallo stile classico ed energico, ad altri più intimi come in “La notte è ancora lunga”, primo singolo del progetto già disponibile su Spotify, in cui l’artista di Tor Pignattara esordisce con una riflessione sul rapporto con suo figlio. La tracklist è impreziosita dalla partecipazione di Nico Kyni, uno dei più talentuosi artisti del panorama R’n’B italiano contemporaneo, che ha cantato il ritornello nel brano “I have a dream”. Questo progetto anticipa l’uscita del nuovo album ufficiale di Amir, che è già in lavorazione e vedrà la luce il prossimo anno.
TRACKLIST: 01_Dare un senso ai giorni 02_Sono un campione 03_La notte è ancora lunga 04_I have a dream – feat. Nico Kyni 05_Slow Flow – feat. Qael 06_New Balance
Sabato 7 settembre sarò a Reggio Emilia per partecipare al festival di EMERGENCY
Scrivere rime è un metodo efficace per consentire a ognuno di noi di esporsi e parlare di sé e degli altri. Si può utilizzare il rap per promuovere inclusività, rispetto e positività? Ti invito a partecipare a un workshop in cui grazie alla scrittura di strofe condivideremo esperienze, emozioni, pensieri.
A seguire ci sarà una riflessione collettiva sul significato delle parole usate dai partecipanti e sull’impatto che il linguaggio ha sugli altri. In collaborazione con Effetto Farfalla / Drop The Hate – La partecipazione è gratuita – Ore 17:00 @ Biblioteca Panizzi.
In questi giorni in Italia si è riaperto il dibattito sullo ius scholae, una proposta alternativa allo ius soli che consentirebbe ai figli di genitori immigrati nati in Italia di acquisire la cittadinanza. Come sapete è un tema che mi sta particolarmente a cuore e a cui ho dedicato parte della mia musica e del mio attivismo. Nonostante io sia cittadino italiano fin dalla nascita grazie al fatto che mia madre era italiana, ho sempre pensato che quella della cittadinanza sia una battaglia sacrosanta da portare avanti: non è solamente un problema legislativo, ma anche culturale, perché finché la politica e parte della società non capiranno che essere italiani non è una questione legata alle origini o al colore della pelle, tanti ragazzi e ragazze nati qui da genitori immigrati si sentiranno “stranieri nella loro nazione”. Avrei tante altre cose da dire, ma penso che la musica sia la risposta migliore, perciò ho voluto raccogliere in una playlist tutti i miei brani e le collaborazioni che trattano questo argomento. Trovate la playlist sul mio profilo Spotify e cliccando qui.
TRACKLIST:
1 – Straniero nella mia nazione (2006) prod. Bassi Maestro 2 – Non sono un immigrato (2008) prod. The Ceasars 3 – Caro Presidente (2012) prod. Dat Boi Dee 4 – La mia pelle (2012) prod. G Romano 5 – Ius Music (2014) prod. Bassi Maestro 6 – Sono nato qua (2020) feat. Neves – prod. Steven One 7 – Non respiro (2020) feat. Davide Shorty & David Blank – prod. Davide Shorty
Sull’inserto domenicale de Il Sole 24 ORE è uscito un mio articolo in cui parlo del rap e del suo potere comunicativo e sociale. Ringrazio di cuore Cristina Battocletti tutta la redazione per questa opportunità.
Ecco un breve estratto:
«L’approccio dei rapper dei primi anni Novanta era molto diverso da quello che c’è oggi: basta confrontare i testi di gruppi come Assalti Frontali, Lou X, Sangue Misto, con quelli di rapper come Sfera Ebbasta, Baby Gang, Geolier o Lazza, per rendercene conto. Il cambiamento, però, non riguarda il fatto che questi ultimi non parlano più dei problemi sociali: è solo cambiato il modo di raccontarli.
Per comprendere al meglio questo discorso dobbiamo tenere a mente due fatti: da un lato, il rap in Italia da movimento underground, di nicchia, è diventato un fenomeno popolare, di massa, utilizzato da categorie di persone un tempo lontane da questo genere musicale; dall’altro, il rap è, ed è sempre stato, lo specchio della società. I testi delle canzoni contemporanee, spesso intrisi di messaggi in cui la glorificazione del potere e del successo economico è ai massimi livelli, quindi, sono il riflesso dei modelli che vengono proposti dalla società in cui stiamo vivendo.»
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