MARANZA DI TUTTO IL MONDO UNITEVI / Nota editoriale di Amir Issaa

La collaborazione con Derive Approdi editore continua e vi segnalo l’uscita del libro “Maranza di tutto il mondo unitevi” dell’autrice Houria Bouteldja. La nota editoriale è firmata da me, ed è un estratto dell’ intervento che ho fatto al festival della casa editrice che si è tenuto a Bologna nel mese di maggio 2024:

«Quello che accomuna i rapper di “seconda generazione” in Italia, in Francia o in Inghilterra, quelli che qui chiamano i maranza, è il sentirsi nel mirino, nemici della società, e rispondono con la provocazione. Quando lo Stato non ti riconosce, l’unica risposta possibile è questa. Anche se firmano un contratto con una major da un milione di euro, l’attitudine non cambia: la rabbia resta […] È un tema delicato e scivoloso, lo so. Oggi i rapper, soprattutto quelli di famiglie povere, si fanno vedere con gioielli, abiti firmati e macchine di lusso. Del resto già negli anni Ottanta i rapper afroamericani si facevano le foto con catene d’oro larghe come le catene di un motorino. Il rivendicare che sei riuscito a ottenere degli oggetti materiali che prima non avevi, anche questo è un atto politico. Stanno dicendo: perché io dovrei salvare la società? Io voglio avere le cose che non ho mai avuto. È una rivendicazione di potere da parte dei maranza. Si esprime in un linguaggio differente dal passato, va compresa con un’altra lente di ingrandimento».

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URBAN CONNECTION FESTIVAL / TALK – Poggibonsi – 22 settembre

La mia missione per diffondere consapevolezza sul potere educativo della Cultura Hip Hop continua!

Domenica 22 settembre sarò tra gli ospiti del festival “Urban Connection” a Poggibonsi, in provincia di Siena, per un talk insieme al leggendario artista e writer Zero-T moderato da Marco Zatarra Ottavi.

Ore 17:30 @ Multipiano del Vallone.

Ringrazio l’Associazione Mixed Media per l’invito.

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EMERGENCY FESTIVAL / Reggio Emilia – 7 settembre

Sabato 7 settembre sarò a Reggio Emilia per partecipare al festival di EMERGENCY

Scrivere rime è un metodo efficace per consentire a ognuno di noi di esporsi e parlare di sé e degli altri. Si può utilizzare il rap per promuovere inclusività, rispetto e positività? Ti invito a partecipare a un workshop in cui grazie alla scrittura di strofe condivideremo esperienze, emozioni, pensieri.

A seguire ci sarà una riflessione collettiva sul significato delle parole usate dai partecipanti e sull’impatto che il linguaggio ha sugli altri. In collaborazione con Effetto Farfalla / Drop The Hate – La partecipazione è gratuita – Ore 17:00 @ Biblioteca Panizzi.

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IUS MUSIC / Spotify Playlist

In questi giorni in Italia si è riaperto il dibattito sullo ius scholae, una proposta alternativa allo ius soli che consentirebbe ai figli di genitori immigrati nati in Italia di acquisire la cittadinanza. Come sapete è un tema che mi sta particolarmente a cuore e a cui ho dedicato parte della mia musica e del mio attivismo. Nonostante io sia cittadino italiano fin dalla nascita grazie al fatto che mia madre era italiana, ho sempre pensato che quella della cittadinanza sia una battaglia sacrosanta da portare avanti: non è solamente un problema legislativo, ma anche culturale, perché finché la politica e parte della società non capiranno che essere italiani non è una questione legata alle origini o al colore della pelle, tanti ragazzi e ragazze nati qui da genitori immigrati si sentiranno “stranieri nella loro nazione”. Avrei tante altre cose da dire, ma penso che la musica sia la risposta migliore, perciò ho voluto raccogliere in una playlist tutti i miei brani e le collaborazioni che trattano questo argomento. Trovate la playlist sul mio profilo Spotify e cliccando qui.

TRACKLIST:

1 – Straniero nella mia nazione (2006) prod. Bassi Maestro
2 – Non sono un immigrato (2008) prod. The Ceasars
3 – Caro Presidente (2012) prod. Dat Boi Dee
4 – La mia pelle (2012) prod. G Romano
5 – Ius Music (2014) prod. Bassi Maestro
6 – Sono nato qua (2020) feat. Neves – prod. Steven One
7 – Non respiro (2020) feat. Davide Shorty & David Blank – prod. Davide Shorty

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NON DATE LA COLPA ALLE PAROLE DEL RAP / Nuovo articolo su “Il sole 24 ore”

Ph: Ciro Nuzzi

Sull’inserto domenicale de Il Sole 24 ORE è uscito un mio articolo in cui parlo del rap e del suo potere comunicativo e sociale. Ringrazio di cuore Cristina Battocletti tutta la redazione per questa opportunità.

Ecco un breve estratto:

«L’approccio dei rapper dei primi anni Novanta era molto diverso da quello che c’è oggi: basta confrontare i testi di gruppi come Assalti Frontali, Lou X, Sangue Misto, con quelli di rapper come Sfera Ebbasta, Baby Gang, Geolier o Lazza, per rendercene conto. Il cambiamento, però, non riguarda il fatto che questi ultimi non parlano più dei problemi sociali: è solo cambiato il modo di raccontarli.

Per comprendere al meglio questo discorso dobbiamo tenere a mente due fatti: da un lato, il rap in Italia da movimento underground, di nicchia, è diventato un fenomeno popolare, di massa, utilizzato da categorie di persone un tempo lontane da questo genere musicale; dall’altro, il rap è, ed è sempre stato, lo specchio della società. I testi delle canzoni contemporanee, spesso intrisi di messaggi in cui la glorificazione del potere e del successo economico è ai massimi livelli, quindi, sono il riflesso dei modelli che vengono proposti dalla società in cui stiamo vivendo.»

Clicca qui per acquistare la copia in versione digitale:

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LEZIONE A FLORIDA STATE UNIVERSITY FLORENCE / Merc. 3 luglio (Firenze)

Le mie collaborazioni con le università e i college degli Stati Uniti sono sempre più frequenti, ma ogni tanto mi capita anche di fare lezione nelle sedi che si trovano in Italia.

Mercoledì 3 luglio sarò a Firenze per un incontro didattico a Florida State University International Programs Italy: Florence. Come sempre gli strumenti saranno alcuni testi delle mie canzoni, i videoclip e parlerò del libro “This Is What I Live For”.

Ringrazio il direttore Charlie Panarella e la professoressa Laura Buonanno per l’invito!

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“THIS IS WHAT I LIVE FOR” vince il Premio Flaiano / Luca Attanasio – (Italianistica)

Vincere il premio Flaiano è un sogno che si avvera! Voglio dedicarlo prima di tutto alla mia famiglia: mia madre Emma, mio padre El Sayed, mia sorella Fatima, mio figlio Niccolò, Valentina e la mia compagna Gaia. Spero che la mia vittoria sia un esempio per tutti i ragazzi e le ragazze di seconda generazione: vorrei che sapessero che le loro storie contano, che si può raccontare e vivere un’Italia diversa, contemporanea, oltre gli stereotipi.

“This is What I Live for” è una storia hip hop perché nasce da un gruppo di persone che sono cresciute insieme a me costruendo le fondamenta di un movimento artistico che oggi si sta prendendo la sua rivincita: quest’opera e questo premio sono dedicati anche a voi.

Di nuovo ringrazio le professoresse Donatella Melucci e Clarissa Clò per il loro prezioso e insostituibile contributo, Michela G. e Casa editrice Chiarelettere per aver pubblicato la versione in Italiano (Vivo per questo) nel 2017, l’Istituto Italiano di Cultura a Los Angeles per aver proposto il nostro libro tra quelli candidati, tutto lo staff organizzativo dei Premi Internazionali Flaiano Luca Attanasio, Sdsu Press e chiunque ha lavorato alla traduzione di questo libro.

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LA LUNGA DISCESA / GRAPHIC NOVEL – Postfazione di Amir Issaa

Ho avuto il piacere di scrivere la postfazione del graphic novel “La lunga discesa” edito da Tunué, da oggi disponibile in tutte le librerie.

Ho anche curato la supervisione di alcuni dialoghi tra i personaggi che spesso sono in rima. La storia è un adattamento a fumetti del pluripremiato romanzo di Jason Reynolds, disegnato da Danica Novgorodoff.

« Quando suo fratello maggiore Shawn viene ucciso a colpi di pistola, il quindicenne Will sa cosa deve fare. Nel suo quartiere vigono “Le Regole”, che vengono tramandate di padre in figlio, di fratello in fratello, regole che Shawn gli aveva insegnato: 1) Piangere. Non farlo, in nessun caso. 2) Fare la spia. Non farlo, in nessun caso. 3) Vendicarsi. Fallo, in ogni caso. Distrutto dal proprio dolore e da quello di sua madre, Will prende la pistola di suo fratello e si prepara a compiere il suo dovere, a seguire la terza regola. In un ascensore che lentamente scende verso il piano terra, il ragazzo incontra diverse persone che gli offriranno una prospettiva diversa sulle “Regole” e che lo aiuteranno a gettare luce sulle vicende che hanno determinato il circolo di morte di cui suo fratello è l’ultima vittima ».

Sul mio profilo Instagram trovate una breve presentazione video!

Clicca qui per maggiori informazioni.

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NUOVA INTERVISTA SU “IL MANIFESTO” / Potere alle parole – Quando l’hip hop diventa arteterapia

Su Il Manifesto è uscita una nuova intervista di Adil Mauro sul mio lavoro didattico con la cultura hip hop.

« Il rap nel mio caso è stato uno strumento di riscatto sociale perché vengo da una situazione familiare difficile. Per me è stato uno strumento pedagogico e terapeutico, mi ha aiutato a tirare fuori delle cose che non riuscivo a esprimere. Ci sono dei miei brani come 5 del mattino dove parlo della detenzione di mio padre o Inossidabile che rappresentano dei veri e propri storytelling in cui per la prima volta ho affrontato certe tematiche. Portare il rap in posti come gli hotspot per migranti o nei penitenziari minorili o per adulti ha questa funzione, cioè mostrare come la musica e il rap in particolare possono essere arteterapia. Questi sono i valori della cultura hip hop: trasformare la negatività in qualcosa di buono. Il rap mi ha salvato e oggi cerco di portarlo agli altri. Le persone che mi ascoltano se ne accorgono ed entrano in sintonia con la mia storia personale. »

Clicca qui per leggerla online

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