La mia “Educazione rap” non ha confini e sono felice di annunciare che domani mattina dalle 09:00 alle 12:00 sarò alloIED Milano per una lezione all’interno di un corso di tecniche di eloquenza e retorica. Il mio intervento sarà incentrato sulla sintesi che usiamo noi rapper nello scrivere le “barre”, e su come si possono utilizzare le tecniche di scrittura di questo genere musicale per comunicare in maniera efficace. Ringrazio Piera Cusani per il coinvolgimento.
Il rap ti educa: ti insegna a esprimerti, a difenderti senza ricorrere alla violenza, ti costringe a seguire un ritmo e delle regole che servono solo ad alimentare la tua creatività, la tua personalità; il rap ti aiuta a evadere da luoghi e situazioni che fanno male, ti sostiene se vuoi denunciarle; per alcuni, il rap può perfino diventare un lavoro, e portarti lontano, anche oltreoceano. Racconto di questa speciale educazione rap in un libro che ormai gira ovunque da un anno e non accenna a fermarsi. Per questoadd editore, che ringrazio moltissimo, ha deciso di dedicargli una nuova veste grafica, energica quanto il messaggio che continuo a lanciare: da oggi troverete il mio libro in un bel rosso acceso ad attendervi in tutte le librerie.
Quando Kassim Yassin mi ha fatto leggere la sceneggiatura del film “Guerra tra poveri” mi ci sono subito rispecchiato e le parole della canzone sono uscite dalla mia penna in modo naturale, come se fossero un flusso di coscienza. Sono cresciuto in una famiglia povera e essere figlio di un immigrato, chiuso in un carcere, di certo non mi ha aiutato, e so bene cosa vuol dire sentirsi esclusi e giudicati dalla società, per questo mi complimento con la produzione Ulalà Film & Co. e con Rai Cinema per aver creduto in questo progetto che ha un forte valore a livello sociale.
Ormai sono più di dieci anni che parlo dell’efficacia di quella che chiamo Educazione rap tanto da averci scritto sopra un libro, perciò non posso che essere onorato del fatto che una così importante istituzione comeFondazione Treccani Cultura abbia scelto di coinvolgermi nel progetto “Ti Leggo. Le frontiere della lettura negli istituti penitenziari minorili” con il preciso obiettivo di usare il rap come strumento di rieducazione.
I giovani detenuti del carcere di Airola, infatti, hanno letto i miei libri “Vivo per questo” ed “Educazione rap”, hanno ascoltato la mia discografia e si sono cimentati a loro volta nella scrittura di testi. Giovedì 22 settembre li incontrerò per lavorare insieme su quanto hanno prodotto. Mettere in pratica quello che racconto da anni, offrire occasioni di riscatto a chi è in carcere – un luogo che, come sapete, mi appartiene in modo particolare – e contribuire ad abbattere stereotipi e pregiudizi su più livelli restano le maggiori soddisfazioni del mio lavoro.
Ringrazio Loredana Lucchetti e Massimo Bray per avermi coinvolto e saluto tutto lo staff di Treccani che ha collaborato a questo progetto.
Cous Cous – unplugged è un evento organizzato da Spaghetti Unplugged in zona Ottavia, e sarà un’occasione per poter condividere con il pubblico le nostre storie. Si inizierà con un piccolo laboratorio di scrittura seguito da un dibattito, un momento di “open mic” e i nostri showcase.
«Le storie anche molto recenti del nostro Paese possono essere veicolate in tantissimi modi e forme, soprattutto se si rivolgono ai giovani. Così è possibile che a raccontare l’attualità o dolorosi capitoli della storia italiana siano la musica, le immagini e le filastrocche. Come dimostrano Amir Issaa, autore di Vivo per questo e Educazione rap, e Lucio Villani, con il suo Venti anni dopo – Una ballata del G8. E così, da una parte, attraverso il rap si raccontano storie di immigrazione, a cui dà voce un artista italiano figlio di genitore straniero, che vive in un’Italia in cui è ancora difficile uscire dagli stereotipi. Dall’altra, è la filastrocca che si fa mediatrice di un racconto duro, quello del G8 di Genova, che ha segnato un’intera generazione di giovani che lottavano per il futuro. Tra parole e musica i due autori dialogano guidati da Chiara Trevisan, la lettrice vis à vis».
Venerdì 9 Settembre – ore 18:00 @ Museo Diocesano – (Mantova).
Spesso mi chiedono come funziona il mio format di edutainment e cosa accade durante le lezioni. Consigli pratici di scrittura, cenni di storia dell’hip hop, dibattiti sui concetti di identità e discriminazione: tutto questo, e tanto altro, è Educazione Rap. Questo lavoro è il frutto di una carriera ventennale, e dopo tanti anni di esperienza vissuta all’interno della scena, oggi voglio trasmettere tutta la conoscenza di questo genere musicale che mi ha aiutato a raccontare chi sono.
Per informazioni scrivi a: flavio @propapromoz.com
“Il rap mi ha salvato. Figlio di un detenuto a Regina Coeli ero chiusissimo ma appena ho scoperto il rap ho trovato voce e parola. Mia madre mi ha dato tanto amore ma non un’educazione culturale, e grazie alle rime mi sono confrontato con la lingua, con le parole, con la consapevolezza sociale. Ho vissuto sulla mia pelle il rap come voce di chi non ha voce”.
Oggi su La Repubblica Firenze un’ intervista di Fulvio Paloscia in cui abbiamo parlato del mio libro Educazione rap, che presenterò domani al festival La città dei lettori con Libernauta – Ore 10:00 Villa Bardini.
Continua il viaggio nelle scuole per parlare diEducazione rap e per portare la mia testimonianza. Venerdì 27 Maggio incontrerò studenti e studentesse che frequentano l’istituto IPSIA Fermo Corni Modena in occasione della “Giornata delle Culture” e gli racconterò come ho fatto ad arrivare fino a qui partendo dal basso. Ringrazio la professoressa Stefania Tanda per l’invito.
La società italiana sta cambiando sempre di più grazie all’impegno delle nuove generazioni nel far sentire la loro voce, e questo accade nella musica come in letteratura e in politica. Ringrazio Simohamed Kaabour e ilCoNNGIper avermi invitato a questo importante momento di confronto in cui racconterò la mia esperienza da rapper e scrittore.